La pausa pranzo, meglio se con piatti sani e bilanciati
C'è poco da fare: quando siamo in ufficio la pausa pranzo è nettamente il pasto più importante della giornata. Deve fornirci l'energia sufficiente per arrivare a sera, ma senza appesantirci e quindi compromettere il nostro rendimento sul lavoro.
Perché una pausa pranzo sia veramente efficace dovrebbe fornirci circa il 40% delle calorie giornaliere, distribuite in modo equilibrato tra i vari macro nutrienti: carboidrati, proteine e grassi.
Le insidie di bar e trattorie (senza dimenticare snack e cracker)
Quando non si ha a disposizione una mensa aziendale, pranzare fuori diventa la soluzione più pratica: ristoranti, bar e pizzerie se ne trovano ovunque. Tuttavia, vuoi per la qualità della cucina e degli ingredienti (soprattutto in termini di condimento) o a causa di pessime abitudini (pane e grissini à gogo) non mancano gli effetti collaterali. Segno inequivocabile che qualcosa non va.
Non va meglio se ci limitiamo a mangiare un pacchetto di cracker o affini: non solo la sensazione di sazietà sarà apparente; non solo per superare il calo di zuccheri a metà pomeriggio ci rimpinzeremo di caramelle, ma possiamo star certi che faremo molta fatica a a non abbuffarci a cena...
Prepararsi il pranzo a casa può essere un'ottima idea. A condizione però di avere ottime capacità organizzative ed essere in grado di pianificare i menu di tutta la settimana, magari sacrificando parte del week end davanti ai fornelli. Ma se odiamo tanto fare la spesa quanto cucinare e 4 giorni su 5 dobbiamo fermarci in ufficio per l'ennesimo straordinario, la musica cambia.
L'alternativa più comoda, avendo a disposizione un forno a microonde, elettrodomestico ormai indispensabile, è ricorrere a pasti già pronti, facili da riscaldare (quando serve) e pratici da mangiare.
Come scegliere i pasti pronti per una pausa pranzo perfetta
La soluzione più ovvia è rifornirci al supermercato vicino a casa o all'ufficio. Purtroppo però le proposte che troviamo a scaffale sono spesso ricche di grassi idrogenati, acidi grassi saturi, burro e margarine di dubbia qualità, oli vegetali (cocco e palma) in quantità industriali. Meglio evitare.
Ci sono poi i surgelati. Controindicazioni, evitando piatti troppo conditi (col rischio di cadere nella casistica precedente), non ce ne sono. Il problema è pratico: quanti uffici hanno un frigorifero dotato di un freezer funzionante e grande abbastanza per contenere il nostro pranzo e quello altrui?
Last but not least: il settore dei pasti pronti a domicilio. Accorciando radicalmente la filiera produttiva questo tipo di servizi può garantire pasti di qualità, bilanciati dal punto di vista nutrizionale e preparati con ingredienti scelti (in alcuni casi, come Earthmeals, biologici) a costi decisamente competitivi.
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